Avevo adocchiato una paio di lavori di Andrea Starinieri in un negozio d’arte a Pescara, a Dicembre, poco prima di conoscerlo di persona.
At first I didn’t understand them.
In un primo momento non li capii.
Poco dopo lo contattai e gli chiesi di portare qualcosa in galleria.
Lui venne, appoggiai i quadri a terra e aspettai. Ho aspettato giorni.
Se un dipinto viene da oltre la tela bisogna avere il tempo di aspettarlo, bisogna dargli il tempo di percorrere la distanza che va da parte a parte. I dipinti di Andrea Starinieri hanno millimetri chilometrici.
Il tratto breve e circoscritto delle sue pennellate ha scavato un fosso dal quale ci affacciamo guardando il fondo di un abisso, che è poi la sostanza di cui è fatto uno sguardo.
La sua anima introspettiva lo sa bene; i suoi ritratti lo dicono bene, quanto si può andare lontano guardando dentro più che guardando fuori. Dove risiede la luce siderale che illumina questi volti? Dove porta il buio a cui si accostano, snaturandosi, questi colori?
A chi appartengono, in verità, questi “occhi di ghiaccio così difficili da evitare”?
Grazie Andrea.